Nuova Zelanda!

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  1. ~Zio Tic•
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    Benvenuti in New Zeland!

    La sfida di ogig è scrivere una relazione sulla più forte sqaudra di rugby di sempre! Gli ....*rullo di tamburi* ALL BLACKS!

    E ovviamente la canzone!
    Tempo fino a Lunedi alle 18.00
     
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    WATTAFAC?!IO NON MI INTENDO DI SPORT!
     
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  3. ~Zio Tic•
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    E gia che ci sono la squadra dei guerrieri avrà con se un nuovo concorrente al posto di Lorenzo... NATHAN!
     
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  4. -DuNcAn-
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    My favourite team!!
     
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  6. ~ m i n a g i .
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    questo è pane per i miei denti : DDD
     
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  7. ~Silvy•
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    E chi cavolo sono gli All Blacks? Mai sentiti nominare ù_ù vabbè al lavoro XD
     
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  8. •Maka.Albàran~
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    Gli all balcks *-*
     
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    *passa un koala*
    Wow!!!Nuova Zelanda!
    *passa canguro*
    *salta imbraccio a Chris*
    Cos'era???
    *arrossisce*
    *scende*
    Ehm...
    *prende un emù e fugge via*
     
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  10. Spongebob e Patrick
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    Chris,1 domanda.Quante sono le relazioni e le canzoni?

    Edited by Spongebob e Patrick - 15/5/2011, 15:54
     
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    Owen, le cose delle sfide si postano SEMPRE nei luoghi ._.
     
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  12. ~Zio Tic•
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    Mi sa tanto di troll questo qui -.-
     
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    *viene su una carrozza trainata da cavalli bianchi*
    Bene.... ù.ù
     
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  15. -DuNcAn-
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    Questo è la nostra relazione!
    SPOILER (click to view)
    Il rugby venne introdotto in Nuova Zelanda da Charles Monro nel tardo 1860; Monro scoprì lo sport durante gli anni in cui completò gli studi al Christ's College, East Finchley, Londra. Il primo incontro di rugby fu disputato in Nuova Zelanda il 12 settembre 1870 e vide contrapporsi la squadra di Nelson e quella di Wellington nella città di Petone. La prima federazione neozelandese, la Canterbury Rugby Football Union, fu creata nel 1879.
    Le squadre neozelandesi di club disputarono i loro primi incontri internazionali nel 1882 in occasione del tour in Nuova Zelanda della squadra australiana della Southern Rugby Union (l'attuale New South Wales Rugby Union). La squadra ospite giocò due volte contro club di Auckland, due volte contro club di Wellington, una volta rispettivamente contro Canterbury, Otago e West Coast, Isola del Nord. Gli australiani vinsero quattro incontri e ne persero tre. Due anni più tardi la prima squadra della Nuova Zelanda disputò un tour in Nuovo Galles del Sud, con i neozelandesi che vinsero tutti gli incontri disputati.
    La prima tournée di una squadra britannica in Nuova Zelanda si tenne nel 1888, quando i British and Irish Lions giocarono in Australia e in Nuova Zelanda, sebbene non sia stato tenuto alcun test match. I giocatori selezionati provenivano principalmente dal nord Inghilterra e dalla Scozia; essendo stato organizzato da privati, il tour mancò del sostegno della federazione inglese in quanto venne meno il rispetto della norma amatoriale allora in vigore. Da cui il motivo per cui non fu tenuto alcun test match. Gli Original All Blacks del 1905.
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    Il 1892 vide la nascita della New Zealand Rugby Football Union (NZRFU) in rappresentanza di sette federazioni locali escluse Canterbury, Otago e Southland contrarie alla regola che imponeva che i membri della commissione esecutiva avessero residenza in Wellington. Il primo incontro ufficiale della Nuova Zelanda si disputò nel Nuovo Galles del Sud nel 1894 e l'anno successivo la Nuova Zelanda giocò il suo primo incontro internazionale casalingo, perdendo 8-6 contro il Nuovo Galles del Sud.[8] Il primo vero test match internazionale fu contro l'Australia al Sydney Cricket Ground il 15 agosto 1903, con vittoria neozelandese 22-3.[9]
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    Una rappresentativa della Nuova Zelanda tenne il primo tour in Gran Bretagna nel 1905 e venne definita Original. Il termine "All Blacks" cominciò a essere utilizzato come soprannome per la prima volta durante questo tour quando, secondo il giocatore neozelandese Billy Wallace, il Daily Mail riportò che i neozelandesi giocarono come se fossero stati all Backs (ovvero, nella denominazione italiana, tutti Trequarti), modo di porre enfasi sulla qualità del gioco veloce d'attacco a tutto campo mostrato da tutti i giocatori, indipendentemente dal ruolo. La parte della squadra costituente il pacchetto di mischia è costituita infatti dai "Forwards", giocatori ai quali è demandato un gioco che, richiedendo peso e grande forza fisica, è solitamente più statico. Il che, con loro, non avvenne. Wallace affermò che in seguito a un errore tipografico, il termine venne trascritto come All Blacks (Tutti Neri). Però probabilmente questo è un mito, considerando che il termine in questione descrive anche la loro uniforme di gioco costituita da maglietta, pantaloncini e calzini neri. Resta il fatto che la capacità degli All Blacks di sviluppare un gioco d'attacco di squadra, veloce e a tutto campo, è una loro straordinaria caratteristica.
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    L'unica sconfitta degli Originals nel tour fu contro il Galles a Cardiff.L'incontro entrò nel folclore delle due nazioni a causa di una meta non concessa all'All Black Bob Deans e che avrebbe potuto sancire il pareggio finale 3-3. Una rappresentativa delle Isole Britanniche, nota come Anglo-Gallese essendo costituita solamente da giocatori inglesi e gallesi, disputò nel 1908 un tour in Nuova Zelanda perdendo le due partite contro gli All Blacks.
    ] La leggenda degli All Blacks
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    La rivalità tra Nuova Zelanda e il Sud Africa iniziò nel 1921, quando gli Springboks disputarono un tour in Nuova Zelanda conclusosi con una vittoria ciascuno e un pareggio. Gli All Blacks tennero successivamente un tour per la prima volta in Sud Africa nel 1928; con una serie di test match che terminarono in pareggio.
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    Nel 1924 gli All Blacks si recarono nel Regno Unito guadagnandosi il soprannome Gli Invincibili in quanto vinsero tutti gli incontri. Però, la nazionale non poté completare il Grande Slam a causa del rifiuto della Scozia a giocare a causa di motivazioni economiche.[13] La prima vera rappresentativa delle Isole Britanniche (oggi nota come British and Irish Lions) affrontò un tour in Nuova Zelanda nel 1930. Sebbene i Lions vinsero il primo incontro, la nazionale casalinga alla fine si impose vincendo tre incontri a uno. La Nuova Zelanda tornò nuovamente nel Regno Unito nel 1935–36, perdendo solamente tre incontri (tra i quali due test match) durante un tour composto in totale da 30 partite, con tappe anche in Canada.[14] In una di queste sconfitte, il principe Aleksandr Obolenskij realizzò due storiche mete contribuendo al 13-0 dell'Inghilterra ai danni della Nuova Zelanda, risultato che rappresentò la prima vittoria degli inglesi contro i neozelandesi.[15]

    Nel 1937 il Sud Africa vinse una serie di test match contro gli All Blacks durante il loro tour in Nuova Zelanda, e questa venne definita come la migliore squadra di sempre che si sia recata in Nuova Zelanda.[16][17] Da allora gli All Blacks visitarono il Sud Africa solamente nel 1949, dopo la seconda guerra mondiale, capitanati da Fred Allen. Il tour registrò il record negativo di due sconfitte degli All Blacks nello stesso giorno. Questo si verificò perché l'Australia era impegnata in tour in Nuova Zelanda nello stesso momento. Il pomeriggio del 3 settembre (ora locale neozelandese), gli All Blacks capitanati da J.B. (Johnny) Smith furono sconfitti 11-6 dall'Australia a Wellington.[18] Lo stesso pomeriggio in Sud Africa (ora locale sudafricana), gli All Blacks capitanati da Ron Elvidge (Allen era infortunato) perse 9-3 contro gli Springboks a Durban.[19] Gli All Blacks in Nuova Zelanda persero anche il loro secondo test match contro l'Australia per 16-9, con i Wallabies che in quell'occasione si aggiudicarono anche la Bledisloe Cup con un totale di vittorie 2-0. Sebbene ogni incontro fosse stato molto combattuto, in totale gli All Blacks persero nel 1949 quattro gare contro il Sud Africa non vincendone nessuna.[20]
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    Dopo la serie di sconfitte contro il Sud Africa, la Nuova Zelanda si prese la rivincita nel 1956 durante il tour degli Springboks sul terreno neozelandese. Gli All Blacks, capitanati da Bob Duff e allenati da Bob Stuart, si imposero vincendo in totale tre incontri a uno; questo rappresentò il loro primo successo in una serie di test match contro gli Springboks, e di contro la prima sconfitta mai subita da quest'ultimi contro qualunque altro avversario.[17][21] Durante questa serie di incontri Don Clarke debuttò negli All Blacks e Kevin Skinner fu richiamato negli ultimi due test per contribuire ad assicurare la vittoria finale.[17] Skinner fu richiamato per sostituire i due piloni infortunati Mark Irwin and Frank McAtamney, mentre Clarke divenne celebre per la sua abilità nel calciare il pallone.

    La vittoria 3-1 degli All Blacks nella serie di test match contro i Lions nel 1959 segnò l'inizio di un periodo di dominio del rugby neozelandese. Durante il tour 1963–64 nel Regno Unito, capitanati da Wilson Whineray, gli All Blacks furono vicini a realizzare un Grande Slam impedito da un pareggio senza realizzazione di punti contro la Scozia. L'unica sconfitta subita in questo tour fu contro Newport RFC che sconfisse gli All Blacks 3-0 al Rodney Parade di Newport il 30 ottobre 1963. Successivamente, nel 1967, la Nuova Zelanda vinse tre test ma fu impossibilitata a giocare contro l'Irlanda a causa di una epidemia di afta epizootica.] Questo tour fece parte della più lunga serie di vittorie degli All Blacks durata tra 1965 e 1970, durante la quale ottennero 17 vittorie nei test disputati.] Sebbene nel 1966 i Lions furono sconfitti 4-0 nel loro tour in Nuova Zelanda, cinque anni più tardi nel tour dei Lions del 1971 i britannici, capitanati dal gallese John Dawes, sconfissero gli All Blacks in una serie di test match che resta l'unica serie di incontri vinta dai Lions fino a oggi in Nuova Zelanda.

    Nel loro tour del 1972-73 in Europa, gli All Blacks pareggiarono contro l'Irlanda 10-10 e furono sconfitti dalla Francia 16-3 non riuscendo per poco a fare il Grande Slam contro le britanniche.[26] Il tour divenne noto anche per la rispedita a casa del pilone Keith Murdoch, accusato di avere partecipato a una rissa in un hotel di Cardiff durante le celebrazioni per la sconfitta del Galles

    Nel 1978, capitanati da Graham Mourie, gli All Blacks ottennero il loro primo Grande Slam suggellato da una vittoria 13-12 sul Galles. Questo incontro provocò grande controversia dopo che gli All Blacks vinsero in seguito a una punizione concessa alla fine dell'incontro.[28] L'unica sconfitta degli All Blacks in quel tour fu il famoso 12-0 subito dagli irlandesi del Munster al Thomond Park di Limerick.

    Nel 1976 il tour degli All Blacks in Sud Africa creò molta controversia e provocò il boicottaggio della XXI Olimpiade a Montreal da parte di 33 nazioni africane.[30] Gli All Blacks persero nuovamente la serie di test match in terreno sudafricano (la loro prima avverrà nel 1996, dopo la fine dell'apartheid). Il tour del 1976 contribuì a fare ratificare l'accordo di Gleneagles da parte dei paesi del Commonwealth nel 1977, allo scopo di proibire la partecipazione a eventi sportivi con il Sud Africa.

    Il tour del 1981 del Sud Africa in Nuova Zelanda causò enormi proteste contro la politica di apartheid sudafricana.] La federazione di rugby neozelandese (NZRFU) invitò gli Springboks a effettuare il tour in quanto il governo di Robert Muldoon rifiutò implicazioni politiche nell'ambito sportivo. Sebbene gli All Blacks disputarono e vinsero la serie di test, due gare contro squadre provinciali furono annullate e l'intero tour fu segnato dalla violenza e dalle proteste.Durante il tour la nazione fu vittima di tumulti, e lo stesso tour ebbe un significativo impatto sulla società neozelandese.

    Il tour degli All Blacks del 1985 in Sud Africa venne annullato in seguito a un'azione legale che mise in luce contraddizioni in seno al regolamento della federazione di rugby neozelandese.[34] Nel 1986, ebbe luogo in Sud Africa un tour non ufficiale e la squadra denominata The Cavaliers raccolse molti All Blacks di quel periodo.[35][36] Tutti coloro che parteciparono al tour vennero sospesi dalla NZRFU al loro ritorno in Nuova Zelanda
    Prime Coppe del Mondo

    La Coppa del Mondo inaugurale venne disputata nel 1987 e fu ospitata da Nuova Zelanda e Australia, col trionfo degli All Blacks che sconfissero la Francia 29-9 nella finale disputata all'Eden Park di Auckland. In totale la Nuova Zelanda subì solo 52 punti contro e realizzò 43 mete in sei incontri disputati, sconfiggendo Italia, Figi, Argentina, Scozia, Galles e Francia.
    Gli All Blacks confermarono la loro supremazia nel 1988 sconfiggendo in trasferta i Wallabies (2 vittorie e un pareggio nella serie di test match), durante un tour in Australia dal quale uscirono imbattuti (12 vittorie e 1 pareggio).[38] Grant Fox fu il migliore realizzatore neozelandese con 119 punti.

    Il 1989 fu un anno ancora migliore per gli All Blacks che vinsero tutti i 19 incontri disputati, con vittorie anche contro Francia, Irlanda, Galles e Australia. In occasione del tour in Europa Grant Fox fu nuovamente il migliore realizzatore neozelandese.

    Gli All Blacks si recarono in tournée in Francia nell'ottobre e novembre 1990 per preparsi alla Coppa del Mondo 1991. Vinsero i loro due test match contro la Francia e altri sei incontri, ma persero sorprendentemente contro due selezioni regionali della Provenza-Costa Azzurra e della Costa Basca-Lande di Guascogna.
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    Nella Coppa del Mondo 1991, dopo avere sconfitto Inghilterra, Stati Uniti e Italia nella fase a gironi, gli All Blacks superarono i quarti di finale eliminando il Canada, ma si dovettero arrendere nella semifinale contro i futuri campioni dell'Australia perdendo 16-6 al Lansdowne Road.[41] Alla fine del torneo ci furono molti ritiri incluso quello dell'allenatore Alex Wyllie, che collezionò l'86% di vittorie nell'arco di 29 test disputati.[ Con 44 punti Grant Fox fu il migliore realizzatore degli All Blacks, mentre John Timu e Terry Wright furono i migliori marcatori di mete (solo 3).
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    Nel 1992 Laurie Mains rimpiazzò Wyllie, col compito di preparare la squadra per la Coppa del Mondo 1995 in Sud Africa. L'Australia campione del mondo confermò la sua supremazia sulla Nuova Zelanda imponendosi 2-1 in una serie di test match, ma gli All Blacks batterono gli Springboks in Sud Africa.[43] Il 1993 fu più favorevole per gli All Blacks che batterono i Lions 2-1 e si presero la rivincita sui Wallabies,[44] ma dovettero piegarsi contro l'Inghilterra a Twickenham.[45] In quel periodo la squadra neozelandese stava affrontando una fase di ricostruzione, in vista della Coppa del Mondo 1995, e andò incontro ad alcune difficoltà: nel 1994 gli All Blacks furono sconfitti in casa due volte dalla Francia, a Christchurch e Auckland,[46] e persero l'unica partita giocata contro l'Australia nonostante potessero contare su due ali quali John Kirwan e Jonah Lomu.

    Gli All Blacks erano nuovamente considerati favoriti per la vittoria finale della Coppa del Mondo 1995. La sensazione venne confermata quando un giovane Jonah Lomu segnò quattro mete contro l'Inghilterra nella vittoria ottenuta in semifinale per 45-29.[47] Prima della finale i giocatori neozelandesi patirono una intossicazione alimentare (la causa è stata fortemente dibattuta) ma nonostante questo riuscirono a impegnare i padroni di casa del Sud Africa prima di cedere ai supplementari a causa di un drop di Joël Stransky.[48][49] Con 84 punti Andrew Mehrtens fu il miglior realizzatore neozelandese, mentre Mark Ellis e Jonah Lomu furono i migliori marcatori di mete con 7 mete ciascuno.
    [modifica] Era professionistica
    Incontro del Tri Nations tra All Blacks e Wallabies.

    L'era professionistica nel rugby iniziò nel 1995, segnata dalla nascita della confederazione SANZAR (che unisce le federazioni neozelandese, sudafricana e australiana)[50] al fine di gestire la vendita dei diritti televisivi per due nuove competizioni, il Super 12 riservato a club e il Tri Nations riservato alle nazionali.[50] Il primo Tri Nations fu disputato nel 1996 e fu vinto dagli All Blacks che si affermarono in tutti i loro quattro incontri disputati.[51]

    L'incontro del Tri Nations 1996 in Sud Africa tra All Blacks e Springboks fu anche il primo di una storica serie. Col nuovo allenatore John Hart e capitanati da Sean Fitzpatrick, gli All Blacks nello stesso anno vinsero per la prima volta una serie di test match in Sud Africa.[52] Fitzpatrick considerò la vittoria in questa serie di incontri perfino di maggiore valore rispetto alla vittoria nella Coppa del Mondo 1987 in cui egli stesso partecipò.[53]

    Le successive due stagioni registrarono risultati alterni per gli All Blacks, che vinsero il Tri Nations 1997 prima di perderlo per la prima volta nel 1998. Gli All Blacks vinsero tutti i loro incontri disputati nella competizione del 1997. Di contro, nel 1998, gli All Blacks persero tutti i loro quattro incontri e quella rappresentò la prima volta in cui subirono quattro sconfitte consecutive sin dal 1949. L'anno seguente patirono la loro peggiore sconfitta di sempre, perdendo 28-7 contro l'Australia a Sydney.

    Nella Coppa del Mondo 1999 gli All Blacks dominarono il loro girone, sconfiggendo anche l'Inghilterra 30-16 a Twickenham. Ai quarti di finale superarono la Scozia battendola 30-18 conquistando la semifinale contro la Francia a Twickenham. Durante il primo tempo della semifinale gli All Blacks conducevano 17-10, ma il famoso secondo tempo giocato dai francesi permise ai transalpini di imporsi col risultato finale 43-31. Successivamente Hart rassegnò le dimissioni da allenatore e fu rimpiazzato da Wayne Smith e Tony Gilbert.
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    Con Smith e Gilbert, gli All Blacks arrivarono secondi al Tri Nations 2000 e all'edizione 2001. Entrambe gli allenatori vennero rimpiazzati da John Mitchell il 3 ottobre 2001, il quale condusse gli All Blacks alla vittoria di entrambe le edizioni del Tri Nations dei due anni successivi, così come alla riconquista della Bledisloe Cup (detenuta dall'Australia fin dal 1998) nel 2003. Dopo avere vinto il Tri Nations 2003, i neozelandesi parteciparono come una delle squadre favorite alla Coppa del Mondo 2003 e dominarono il loro girone sconfiggendo Italia, Canada e Tonga prima di vincere uno degli incontri più impegnativi del torneo contro il Galles. Sconfissero quindi il Sudafrica, squadra che fino ad allora non avevano mai battuto nell'arco di una Coppa del Mondo, ai quarti di finale col punteggio 29-9, ma persero contro l'Australia 22-10 nella semifinale di Sydney. Successivamente Mitchell venne licenziato dalla NZRFU e rimpiazzato da Graham Henry.

    Il nuovo corso di Henry iniziò con una doppia vittoria sull'Inghilterra, campioni del mondo in carica, nel 2004. I due incontri terminarono con un punteggio totale 72-15, con gli All Blacks che non permisero all'Inghilterra alcuna realizzazione di mete.[58][59] Nonostante il debutto vittorioso di Henry, il Tri Nations vide risultati alterni con due vittorie e due sconfitte. La competizione fu la più equilibrata di sempre e alla fine risultarono decisivi i punti bonus e gli All Blacks finirono ultimi. La stagione 2004 si concluse però positivamente, con gli All Blacks vincenti in Europa, inclusa una larga vittoria contro la Francia 45-6.
    All Blacks contro l'Inghilterra a Twickenham nel 2006.

    Nel 2005, gli All Blacks si imposero 3-0 contro Lions durante una serie di test match dei britannici in Nuova Zelanda e vinsero il Tri Nations. Nelle premiazioni di fine anno dell'International Rugby Board, gli All Blacks furono nominati squadra dell'anno, Henry allenatore dell'anno e l'apertura Danny Carter giocatore dell'anno.

    Nel 2006, vinsero nuovamente il Tri Nations sconfitti solamente nell'ultima partita contro il Sud Africa. Terminarono imbattuti il loro tour di fine anno, con vittorie in trasferta contro Francia, Inghilterra e Galles.[64] Gli All Blacks sono stati nominati squadra dell'anno e il flanker Richie McCaw giocatore dell'anno dalla IRB.

    La stagione 2007 iniziò con due vittorie contro la Francia, 42-11 all'Eden Park e 61-10 al Westpac Stadium. Un terzo incontro tra Canada e All Blacks terminò 64-13, risultando molto più combattuto rispetto a quanto potesse far pensare il risultato finale.[65] Il Tri Nations 2007 fu vinto dai neozelandesi che subirono solamente una sconfitta ad opera dell'Australia, che non vinceva contro gli All Blacks dal 2004. La Coppa del Mondo 2007 aveva la Nuova Zelanda come favorita per la vittoria finale, ma dopo avere dominato il loro girone contro Italia, Portogallo, Scozia e Romania, realizzando in totale 46 mete in quattro gare (309 punti a favore e 35 contro), gli All Blacks vennero sorprendentemente sconfitti dalla Francia 20-18 nei quarti di finale a Cardiff.

    La stagione 2008 iniziò con tre test di metà anno il primo dei quali al Westpac Stadium contro l'Irlanda. Gli altri due test furono disputati contro l'Inghilterra rispettivamente all'Eden Park e all'AMI Stadium di Christchurch. La Nuova Zelanda giocò il primo incontro del Tri Nations in casa contro il Sud Africa vincendo 19-8 ma una settimana dopo a Carisbrook fu sconfitta dal Sud Africa 28-30, ponendo fine a una striscia di 30 vittorie casalinghe, essendo avvenuta l'ultima sconfitta in Nuova Zelanda nel 2003 contro l'Inghilterra. Gli All Blacks collezionarono in totale 4 (2 le sconfitte, contro Sud Africa e Australia) e mantennero il Tri Nations e la Bledisloe Cup.

    La stagione 2009 iniziò il 13 giugno con gli All Blacks impegnati contro la Francia a Carisbrook, gli All Blacks persero l'incontro 22-27 ma una settimana dopo sconfissero i francesi 14-10 al Westpac Stadium. La differenza reti costò però alla Nuova Zelanda il trofeo Dave Gallaher; questa fu la prima volta che i neozelandesi persero il trofeo durante i nove anni in cui All Blacks e Francia se lo contesero. Una settimana dopo gli All Blacks sconfissero l'Italia all'AMI Stadium 27-6. La Nuova Zelanda finì seconda al Tri Nations, con un Sud Africa in grande spolvero che perse un solo incontro. I neozelandesi conclusero una serie di prestazioni piuttosto mediocri con una risonante vittoria 33-6 contro l'Australia a Wellington. Chiusero la stagione con un tour in Europa dove sconfissero Galles, Italia, Inghilterra e Francia e furono sconfitti dai Barbarians.
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    MP Email Web "La Haka è una composizione suonata con molti strumenti. Mani, piedi, gambe, corpo, voce, lingua, occhi... tutti giocano la loro parte nel portare insieme a compimento la sfida, il benvenuto, l'esultanza, o il disprezzo contenute nelle parole. È disciplinata, eppure emozionale. Più di ogni altro aspetto della cultura Maori, questa complessa danza è l'espressione della passione, del vigore e dell'identità della razza. È, al suo meglio, un messaggio dell'anima espresso attraverso le parole e gli atteggiamenti."

    È dunque una danza che esprime il sentimento interiore di chi la esegue, e può avere molteplici significati. Non si tratta, infatti, solo di una danza di guerra o intimidatoria, come è erroneamente considerata spesso, ma può voler anche essere una manifestazione di gioia, di dolore, una via di espressione libera che lascia a chi la esegue momenti di libertà nei movimenti.

    È comunque un rituale impressionante, come si può ben vedere dall'esibizione degli All Blacks: si roteano e si spalancano gli occhi, si digrignano i denti, si mostra la lingua, ci si batte violentemente il petto e gli avambracci, si dà quindi un saggio di potenza e coraggio, che si ricollega allo spirito guerriero dei Maori.

    Immaginate una mischia di rugby sulla tolda di una nave. Giovanotti nerboruti che si tengono in allenamento durante un lungo e leggendario viaggio che li porterà dalla Nuova Zelanda in Inghilterra. Provano qualche schema mentre, tutt'attorno, si alzano le onde dell'Oceano. Si picchiano di santa ragione senza un lamento o una protesta davanti agli altri passeggeri, sbigottiti e ammirati. Il tutto con virile soportazione e passione del gioco. Ventisette ragazzi ignari del destino loro assegnato dal Dio dello sport: diventare i mitici All Blacks. Scrivere il primo capitolo di una storia gloriosa, un tragitto luminoso che sembra tuttora inarrestabile.

    Agosto 1905, Auckland, Nuova Zelanda. Uomini semplici e coraggiosi intraprendono il viaggio. Nessuno pensi a delle star super sponsorizzate o capricciose in cerca di ingaggi astronomici. A divetti dell'altro secolo con poca voglia di allenarsi e tanta di trasgredire. No, sono un gruppo di calzolai, fabbri, agricoltori, minatori. Ne fanno parte anche un maestro d'ascia, il caporeparto del mattatoio, un ex fantino, un paio di impiegati e, unico strappo al dilettantismo puro, due corridori professionisti. Ma sbaglia chi crede a personalità povere di spirito e d'intelletto: quei ventisette gladiatori timidi, silenziosi e disciplinati, hanno cuore e anima, sentimenti e sensibilità.

    Il viaggio degli umili, irresistibili neozelandesi alla conquista del mondo è un passaggio fondamentale per capire le radici e il profondo senso del fenomeno All Blacks, capace di attraversare un secolo e modernizzarsi senza perdere qualità, fascino e potenza agonistica. La prima tournèe lascia esterrefatti gli esperti in materia della vecchia Europa. Basti un dato, disarmante, i ventisette fabbri, calzolai e contadini segnarono qualcosa come ottocentotrenta punti e ne subirono appena trentanove. Sbaragliarono il campo ovunque e furono sconfitti soltano una volta in un incontro dove, tra l'altro, subirono palesi e decisive ingiustizie. All'epoca, probabilmente, l'unico modo per fermarli.

    "Il libro della gloria", edito da Einaudi, racconta, col ritmo del romanzo, l'inizio di tutto. Lo scrittore neozelandese Lloyd Jones ripercorre la cavalcata trionfale in Inghilterra, Scozia, Galles, Francia, Stati Uniti. Il gioco innovativo e aperto, le azioni a cui gli altri non sanno porre argini. E poi lo stupore e il seguito di quelle imprese sportive. Intere cittadine che modificano i turni di lavoro di fabbriche e uffici per consentire alla gente di assistere a uno spettacolo unico. Politici e aristocratici che fanno a gara per accoglierli e ospitarli. I primi gadget a loro ispirati. Sul terreno, in quel 1905, va in scena una implacabile macchina di punti. La prima partita rivela il talento dei ragazzi venuti da lontano: 55 a 4 nel Devonshire. I giornali si interessano subito a quei fenomeni e sarà un crescendo di articoli, titoli e righe: "E' così che giocano i neozelandesi, come se dalla vittoria in campo dipendesse ogni loro speranza di felicità eterna".

    Si continua a giocare senza praticamente possibilità di un vero recupero fisico ma gli uomini in nero sono inarrestabili e asfaltano chiunque si trovi sulla loro strada. Conoscono la sconfitta soltanto a Cardiff, dove giungono in chiara difficoltà fisica, prostrati dalle tante partite consecutive e segnati dai colpi subiti durante le stesse. Nonostante ciò resistono all'inferno del Cardiff Arms e segnano una meta regolarissima che allontanerebbe lo spettro del ko. Ma l'arbitro fa finta di non vedere i gallesi mentre portano via Bob Deans dalla linea di meta trasformando la segnatura in un nulla di fatto. Eppure, persino questa delusione finirà, nel tempo, per alimentare il mito dei neozelandesi.

    Quei ventisette giovani sbucati dall'altra parte del globohanno un rivoluzionario modo di intendere il gioco rispetto ai loro sconcertati avversari europei: "Gli inglesi vedevano le cose, noi gli spazi nel mezzo. Gli inglesi vedevano un difensore, noi lo spazio che c'era ai suoi lati. Gli inglesi vedevano un ostacolo, noi una opportunità. Gli inglesi vedevano un ago, noi la sua angusta cruna". Ecco reso in modo perfetto il verbo degli All Blacks.

    Non solo gare. Lloyd lascia spazio anche alle nostalgie di quei campioni che non si sentono tali; alle loro sensazioni in territori lontani; all'imbarazzo con cui subiscono le avances delle dame europee; ai rapporti di vera amicizia tra i compagni; all'asprezza di quegli incontri, tutti di seguito, che lasciano addosso inevitabilmente i segni della fatica e degli scontri; alla filosofia del gioco. Un gruppo compatto, dove ognuno aiuta l'altro in modo spontaneo e generoso. Senza timori. Con molto ardore. Come una vera squadra dove non esistono primattori e comprimari. Un po' a sorpresa, resta solo sullo sfondo l'altrettanto mitica Haka, danza Maori che precede ogni test match internazionale, a vantaggio di altri aspetti inesplorati degli Original, come vennero definiti inizialmente. Per poi diventare, in quella magica tournèe, gli All Black, dalla loro divisa nera con, sul petto, la felce argentata.
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    Allora come oggi. Con uno stile unico, assolutamente inedito nella saccente Europa che scopre così, un modo di interpretare gli schemi tale da alimentare "l'idea che lo spazio si possa corteggiare". Che bello leggere l'incredulità in quei giovani campioni davanti al successo riscosso ovunque: "Eravamo le cose che stanno in vetrina, ciò di cui sono fatti i compleanni dei bambini. Eravamo il Natale, le bollicine nella bibita, la marmellata sul pane. Eravamo il posto da cui vengono i sorrisi". Erano - e sono - i mitici All Blacks.image










    E questa è la canzone!

    SPOILER (click to view)
    The All Blacks

    The All Blacks
    I hit the sack
    And their don't ever back!
    From the sky
    Looking my eyes
    And their wins for never die!

    And now:

    The All Blacks
    Yes, the All Blacks
    Well, the All Blacks
    Yes, the All Blacks
    Well, the All Blacks
    (well) I love All Blacks
    Yes, I love All Blacks

    The All Blacks
    Fight for us
    Fast and powerful as the bus
    The victory in their blood
    and around the globe
    Understand that the samples unfold
    But no one knows
    if it is the law
    they will respect
    Or follow their heart
    And the earth
    And they will not know what is death


    Now and forever:

    Well, They are All Blacks
    Well, They are All Blacks
    Well, I’m love their
    Well I’m love their
    Yes I’m love the All Blacks

    Hooo yeah
    Ohh yeah
    Yes I lover
    Oooh yeah, yeah oh yeah
    The All Blacks
    Well I love the All Blacks
    The All Blacks
    The All Blacks
    The All Blacks
    The All Blacks
    Yes, i love the All.... Blacks!


    Edited by -DuNcAn- - 16/5/2011, 17:45
     
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