Ladronia!

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    Peccato che l'admin abbia più potere e lei abbia già accettato
     
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    8DDDDDDD grande matte XD
     
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  3. ~Zio Tic•
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    Peccato che se non si trovino 5 assenti io farò le sifde!
     
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    ma non è giusto nei confronti di chi c'è ! Mettiamo che ci sono 4 assenti,quindi non fanno le sfide ma comunque non possono essere eliminati per questo,a che scopo si fa le sfide ? Tanto per far lavorare chi c'è ?
     
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  5. ~Zio Tic•
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    CITAZIONE (cody the best @ 4/7/2011, 13:52) 
    ma non è giusto nei confronti di chi c'è ! Mettiamo che ci sono 4 assenti,quindi non fanno le sfide ma comunque non possono essere eliminati per questo,a che scopo si fa le sfide ? Tanto per far lavorare chi c'è ?

    La gente va spesso in vacanza per una settimana, io faccio una sfida a settimana cercando di dare la possibilità di farla a tutti.
     
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  6. ~ m i n a g i .
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    io sto in vacanza un mese, quindi possibilità di rimanere nel GDR zero, se le sfide si fanno XDD vabbuò, anche se così fosse non importa, mi prenoto già per la prossima stagione in ogni caso XD
    Intanto, ecco qua ciò che ho combinato per la sfida: l'ho fatto a mo' di racconto perchè fosse più piacevole da leggere, un piano schietto mi sa di noia.
    Ecco a voi il fantastico piano di Chuck e Pantera <3
    NOTA BENE: mentre leggete, ascoltate questa musichetta:

    Per chi non lo sapesse è la colonna sonora del trailer di DOGS: Bullets And Carnage <3
    --------------------------------------------------------------------------
    BEEP. BEEP. BEEP.
    -Sveglia del piffero, taci e lasciami dormire in pace!
    Chuck, con uno scatto degno di un centometrista, si alza dal letto, afferra una ciabatta e centra in pieno l'aggeggio metallico che ha interrotto un bellissimo sogno popolato da campi di fiori, uccellini e LSD a tutto andare. Non può farci niente, se lo sogna anche di notte. Ormai c'è dentro fino al collo. Senza nessuno che lo tiri fuori.
    D'improvviso si ricorda del perchè la sveglia è puntata alle tre del mattino. E se prima ha fatto uno scatto da centometrista, ora batte perfino Flash: in meno di cinque secondi si è già lavato i denti, infilato una tuta di pelle nera, gli stivali, i guanti e fatto colazione.
    Il tutto contemporaneamente.
    Accende il telefono cellulare e febbrilmente compone un messaggio:
    "L'ispettore Clouseau sta per arrivare alla Pantera Rosa."
    Se lo rinfila in tasca e si caccia il casco sulla testa irta di ciuffi biondi sparati in tutte le direzioni. Fa un po' fatica a farceli stare tutti senza che gli vadano in faccia, ma alla fine ce la fa. Il telefono vibra nella sua tasca:
    "Smettila con questi messaggi in codice del cavolo e sbrigati."
    Chuck sorride. Sempre di buon umore, la sua Pantera Rosa: ma forse è per questo che la ama tanto. Peccato che non sia il contrario. Ma ormai ci ha fatto l'abitudine: è diventato quasi un gioco.
    Esce: davanti al condominio in cui abita è parcheggiata forse l'unica cosa buona della sua vita, una Harley Davidson nera, tirata a lucido così tanto che sembra nuovissima anche se ormai ne ha, di chilometri sul motore. Chuck accarezza il serbatoio, monta in sella e in men che non si dica è già sull'autostrada a zigzagare fra tir, macchine del secolo scorso guidate da nonnetti e taxi abusivi. E' l'unico modo per arrivare presto da Pantera: lei si trova già sul posto, pronta ad attuare il loro piano per il crimine perfetto. E per perfetto non si intende solo una cosa figurata: è davvero perfetto. Ci hanno impiegato mesi a preparare tutto, e quel giorno è quello decisivo.
    Chuck esce dall'autostrada e prende una strada laterale per San Francisco, dribblando una limousine di OGGI SPOSI e un nonno in bicicletta. Eccola lì, alla periferia della famosa grande città. La casa di Pantera. Molto più bella del suo appartamento all'ultimo piano, ma sempre e comunque una casa di periferia. Chuck parcheggia la moto in un angolo del giardino e bussa a ritmo di musica.
    Una voce aspra e secca, ma chiaramente femminile gli risponde:-E' aperto, deficente.
    Pantera è seduta al tavolo del soggiorno, in mezzo ad un mare di carte. I suoi lunghi capelli rossi sono raccolti in un'alta coda dietro la testa. E' vestita completamente di nero.
    -Come sta la mia Pantera non tanto rosa?-dice Chuck, ridendo.
    -Quando ci sei tu intorno, sempre male. Dài, siediti, non abbiamo molto tempo.
    Chuck, senza replicare, si siede accanto a lei. Pantera si allontana per evitare la sua vicinanza eccessiva.
    -Hai un francobollo? Saranno settimane che non mi faccio di...
    -Chuck! Non dirmi che...
    -Tranquilla, Pantera-la interrompe Chuck-sono rimasto pulito per cinque giorni, come mi hai detto tu. Però dopo il colpo non voglio scuse!
    -Quando avremo fatto il colpo non avremmo più di che preoccuparci, Chuck... ho preparato il crimine perfetto, ricordi?-replica Pantera, con un sorrisetto furbo sulle labbra.
    -Bene-continua lei-ripasso del piano: il Rock'n'Roll History Museum è qui a due passi...
    In effetti l'edificio si poteva tranquillamente vedere dalla finestra del soggiorno. Chuck si incanta a guardare il museo: aveva tanto sognato di visitarlo, ma non avrebbe mai pensato di andarci a fare un colpo. Ancora l'idea di rubare il famoso Plettro del Destino, quello magico, non gli va completamente giù. In fondo si tratta solo di fregare un branco di cultisti rockettari con QUEL famoso plettro... che poi probabilmente non è niente di più che un semplicissimo pezzo di plastica senza un briciolo di magia. Troppo per rischiare di finire in galera. E' da tempo che Chuck ha smesso di credere a qualsiasi magia che non sia quella dell'LSD.
    Fatto sta che questi cultisti rockettari pagano, però. E parecchio bene. Pantera, fino a poco tempo fa, stava con uno di questi qua, forse il più sciroccato di tutti. Per questo ha saputo quello che cercavano di fare. E quindi, la decisione è presa. Si va a fregare il Plettro del Destino, trallallero trallallà.
    Come se fosse una passeggiata.
    Chuck tira su col naso e riprende ad ascoltare Pantera. La mente.
    -...invece di fare il colpo a notte fonda, lo facciamo adesso. Le guardie sono molto più addormentate, adesso, è un fattore importante per la riuscita del piano. Secondo la piantina dell'edificio, c'è una parte in cui non ci sono altro che finestre di vetro, grandi abbastanza per far passare uno di noi alla volta. Taglieremo una delle finestre a media altezza, per non calarci dall'alto con la corda appesa alla schiena come quegli scemissimi agenti segreti della tivù e anche per non farci scoprire dalla sorveglianza se tagliamo troppo in basso. Una volta tagliato il vetro, entreremo dritti dritti nella sala della Punk Music, che è una delle più vicine alla Hall Of Fame. Rimetteremo il vetro al suo posto, senza fare casi...
    Metti giù le pistole! Vuoi che ci veda tutto il vicinato?
    Chuck posa la pistola di scatto.
    -Facevo solo una prova, semmai dovessimo usarle...
    Pantera alza gli occhi al cielo.
    -Ma perchè mi sono scelta proprio uno delle banda del Buco, come partner...
    -Forse perchè non sei capace di resistere al mio fascino-replica Chuck, con un sorrisetto che non lascia presagire niente di buono.
    -Silenzio, acciuga. Non è il momento per fare discorsi del genere.
    In effetti, Chuck faceva parte della banda del Buco. Un gruppetto di amici e non, piccoli criminali che fregavano il PIN delle carte di credito, spesso cileccando mostruosamente. Chuck, fra tutti, era quello che più se ne intendeva. Sia di quello, che di elettronica in generale. Forse era per questo che Pantera gli si era avvicinata, ma boh... valla a capire, una così.
    -Le pistole serviranno solo per minacciare le guardie, non spareremo neanche un colpo. Chiaro?
    -Chiarissimo-risponde Chuck.
    -Bene. Proseguiamo... una volta rimesso il vetro al suo posto, ci togliamo le scarpe per non fare rumore. Sai bene quanto quei maledetti pavimenti di marmo amplifichino alla massima potenza anche un moscerino che ci si posa. Infiliamo le scarpe nello zaino e ci dirigiamo alla Hall Of Fame, stando con la pistola all'erta nel caso ci siano guardie nei dintorni.
    Ah già... la tua è scarica, nel caso ti venisse l'istinto di premere il grilletto, sai com'è...
    -Accidenti.
    -A questo punto ci dividiamo. Il tuo compito sai benissimo qual'è. Ecco, vedi? Qui c'è il pannello generale dell'elettricità, e qui di fianco il controllo generale dell'antifurto. Vedi di arrivarci senza farti scoprire da nessuno, passa dietro la statua di cera di Sid Vicious e poi a sinistra di quella di Elvis, nell'altra sala. Se c'è una guardia, e molto probabilmente ci sarà, tienila sotto tiro con la pistola e stendila con un bel pugno.
    Elimina i file di stasera e poi fai saltare tutte le telecamere.
    -Niente di più facile-ridacchia Chuck-un giochetto.
    -Lo spero per te. Io intanto mi dirigo alla sala monitoraggio, faccio saltare la serratura e addormento con una dose abbondante di cloroformio il sorvegliante. Ho fatto il sopralluogo, ce n'è solo uno a controllare.
    Pantera estrae un fazzoletto dalla tasca e lo sventola in aria. Chuck istintivamente si allontana e si copre la faccia con una mano.
    -Ehi, attenta... ci ho messo sudore e sangue a svegliarmi a quest'ora, non riaddormentarmi di nuovo!
    -Non c'è cloroformio, adesso, fessacchiotto. Lo metto sul posto. Mi raccomando, le telecamere falle saltare alle 4:56, non un minuto di più, non un minuto di meno. Se no il sorvegliante al monitoraggio fa in tempo a trovarci entrambi.
    -Chiaro.-risponde lui, chiaramente ansioso di tirare un bel cazzotto in faccia alla sfortunata guardia di turno.
    -Fatto questo, stacca tutti i cavi dei laser. Perchè tu sai quali sono, no...?
    -Ehi, Pantera, stai parlando con Chuck The Doctor. Conosco a menadito tutti i tipi di antifurto dell'America, e i laser sono la mia specialità.
    Pantera lo degna di un'occhiata scettica.
    -Lo spero per te, perchè se ci fai beccare...
    -Mi squarti e mi inchiodi alla porta del commissariato, lo so! Pantera, me l'hai detto come minimo mille volte...
    -Meglio una di più che una di meno, Chuck. Dunque, poi mi raggiungi nella Hall Of Fame: il Plettro è appeso sopra alla Stratocaster di Jimi Hendrix...
    -Quella del Monterey Festival? Oh-oh, purple haze, up in my brain, made things don't seem the same...
    -Sì, quella! La pianti di divagare, per favore? Pensa a tutto l'LSD che ti potrai procurare, dopo questo colpaccio!
    Questo basta a riportare Chuck con i piedi per terra.
    -Scusa, ricomincia pure.
    -Allora... la Stratocaster è quella più in alto, e il Plettro è ancora più sopra. Ho fatto i miei calcoli, se io salgo sulle tue spalle ci dovrei arrivare senza problemi... ah, a proposito di questo, ricordati di metterti i guanti, se lasciamo impronte siamo fregati.
    -Niente paura-risponde Chuck, mostrandole le mani-ce li ho già sotto quelli per la moto.
    Pantera sorride.
    -Per una volta tanto sei preparato, bene. Dunque, mi prendi in spalla...
    -Non si può fare il contrario?-piagnucola Chuck.
    -Cosa vorresti dire?-replica Pantera, con tono arrabbiato.
    -Niente, niente! Vai pure avanti.
    -Prendiamo questo dannato plettro e ce la filiamo per la stessa via da cui siamo venuti. Nel caso le guardie ci becchino, corri come se non ci fosse più un domani.
    -Non c'è nessun bisogno di dirmelo-replica Chuck, fifone patentato e fiero di esserlo.
    -Ottimo. Il Plettro lo tengo io, al sicuro nello zaino. La tua moto sarà parcheggiata nascosta tra i cespugli del giardino intorno. L'hai sistemata? Hai fatto le modifiche che ti avevo detto?
    -Vedere per credere-risponde Chuck e, presa Pantera per mano, la conduce fuori, nel giardino illuminato da un unico lampione solitario. La moto è ancora lì.
    -Guarda.
    Chuck preme un bottone al centro del manubrio, e d'improvviso le placche di metallo del serbatoio si girano, rivelando un retro rosso scuro, e la targa si gira dall'altra parte. D'un tratto, la Harley Davidson di Chuck diventa una moto del tutto diversa.
    Pantera sorride, compiaciuta.
    -Se non lo vedessi con i miei occhi, non ci crederei.
    -Mi chiamano The Doctor mica per niente- se la ride Chuck.
    -Stiamo aspettando che cresca l'erba? Andiamo a prendere questa montagna di soldi formato plettro!
     
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    pensavo di aver scritto qualcosa di abbastanza lungo ma il tuo mi batte O_O
     
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    Io sto ancora progettando qualcosa di più lungo a dire il vero <3
     
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  9. ~ m i n a g i .
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    non è la lunghezza quello che conta, ma il contenuto <3 *filosofeggia*
     
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    è vero...
     
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  11. ~ m i n a g i .
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    già <3 quindi lavorate bene, eh^^
     
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  12. Magenta°
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    Peccato si siano sciolte! Proverò a fare qualcosa..... non sono male a scrivere! Non hai livelli di Badou però! xD
     
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  13. ~ m i n a g i .
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    >///< così mi... mi fai arrossire... XD cavolate non sono poi tutta sta bravura nello scrivere... XD
    Sono molto curioso di vedere il tuo lavoro <3
    cioè, potrò quando tornerò dalle vacanze XDD
     
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  14. -DuNcAn-
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    Adesso fate largo allo scrittore! ù_ù
     
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  15. ~Kì
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    Eccomi, prima di iniziare la trama:
    Giacomo, 20 anni, e Luca, 18 anni, sono fratelli.
    Quando erano piccoli i loro genitori morirono in un incidente mentre cercavano di tornare a casa con un prezioso carico.
    Da quel giorno i due fratelli decisero che da grandi avrebbero seguito il metodo dei genitori per completare una preziosa collezione appartenuta a lontani parenti: rubare.

    Ed ecco un episodio: yeah!
    Giacomo finì il suo panino e si sedette al tavolo della baracca iniziando a battere il piede nervosamente.
    -Ma dove si è cacciato quel buono a nulla?!?-
    Dopo 20 minuti d'attesa la porta di legno si aprì cigolando e Luca apparve sulla soglia affannato.
    -Scusa il ritardo, ho avuto un contrattempo...- disse con una mano sulla testa
    -CONTRATTEMPO?!?!?!?!? POTEVI EVITARLO BRUTTO STUPIDO!!!-gli urlò contro suo fratello.
    Luca deglutì e dopo aver posato la sua giacca su una sedia si sedette vicino a Giacomo che, ancora arrabbiato, iniziò a parlare:
    -Se hai letto il giornale...-
    -No...- lo interruppe Luca impedendogli di finire.
    -BUONO A NULLA!- gli urlò Giacomo tirando fuori un giornale da un cassetto di un vecchio mobile di legno di noce.
    -Ecco,- continuò mostrando una pagina a Luca -il Sorriso del lago- disse poi indicando l'immagine di un quadro.
    -Che bello!- esclamò Luca che però si zittì vedendo lo sguardo fulminante del fratello.
    -Questo è un quadro di grande, anzi immenso valore, è sopravvissuto durante la seconda guerra mondiale, era in una nave che esplose- Giacomo fece una pausa e poi continuò: -Ed è della collezione dei nostri bisnonni-
    -Wow, vecchiotto!- disse Luca leggendo intanto l'articolo sul giornale.
    -Ascoltami bene, perché adesso ti spiego il piano- disse Giacomo con fare da capo. Suo fratello posò il giornale e iniziò a fissarlo, poi il suo sguardo si concentrò su dei fogli che Giacomo tirò fuori dalla tasca.
    -Questo è il piano terra- incominciò a spiegare mostrando una piantina.

    -I puntini rossi sono le guardie mentre quello nero è l'ascensore, il quadrato sono le scale- fece una pausa poi continuò -A noi basterà scegliere un'entrata-
    Subito Luca iniziò a guardare tutte le porte tempestate di puntini rossi.
    -E' una scelta difficile...- si bloccò notando due entrate libere nella stanza centrale.
    Giacomo capì la sua perplessità e iniziò a spiegare.
    -Quelle non hanno supervisione perché come dice il capo della polizia...- e iniziò a fare uno sguardo solenne che prendeva in giro quello di Bill, il capo della polizia -La Banda Fratelli non riuscirà a superare il nostro ottimo sistema di difesa!- finì portando un pugno sul petto.
    Luca rise e disse: -Sembra un registratore Bill, questa frase la dice ogni volta!-
    Finita la battuta anche Giacomo rise e poi tornò a spiegare il piano.
    -Il museo è circondato da alberi, tranne questa entrata- ed indicò lo spazio più a sinistra -e questa- continuò riferendosi alla più a destra.
    -Quindi restano due entrate...- osservò Luca -Secondo me van bene tutte e due...-
    -Errore, se ricordi bene davanti all'entrata inferiore hanno rifatto il terreno e ripiantato gli alberi, per cui lì sono bassi!- lo corresse Giacomo
    -E che differenza c'è?- chiese perplesso Luca
    -Avevo l'idea che potevamo entrare saltando da un albero, così le guardie non ci avrebbero visti e noi saremmo saltati sulle loro testa attaccandoli di sorpresa!- insistette Giacomo
    -Hai pensato a tutto!- esclamò Luca orgoglioso del fratello
    -No invece...- questa risposta li turbò entrambi
    -Perchè...no?- Luca era determinato a sapere tutto
    -Perché se entriamo da lì abbiamo subito le guardie davanti...- sospirò Giacomo
    -Usiamo il gas soporifero!- sembrava non volersi arrendere
    -Ne abbiamo solo una bomboletta...-
    -Ma...- Luca iniziò ma si accorse di non avere nulla da dire finché non vide suo fratello ridere fissando un suo disegno che ritraeva Bill malamente.
    -Il gas esilarante!- esclamò
    Giacomo si passò una mano tra i capelli perplesso
    -Non credo di averne più...-
    Luca, che si era alzato mentre proponeva la sua idea si sedette e dovette dar ragione al fratello ricordando che l'ultima confezione l'avevano usata per rubare un gioiello due settimane prima
    -Ho trovato!- all'esclamazione di Giacomo Luca balzò in piedi felice
    -Cosa?!- iniziò a chiedere eccitato
    -Luca, dimenticati dell'idea di saltare dall'albero, dobbiamo semplicemente recuperare due tute da poliziotti e fare rumore, cercando di attirare delle guardie fuori dall'entrata e prendere il loro posto!-
    Luca si illuminò e disse:
    -Così sarà facile arrivare a destinazione!-
    -Non molto- ribattè Giacomo -Dopo essere arrivati alle scale ritorneranno le vere guardie e noi dovremo trovare un modo per proseguire-
    Detto questo aprì un altro fogliò e lo mostrò.

    -Questo è il primo piano, già meno sorvegliato- disse sospirando -Le scale ci faranno arrivare qui- Giacomo indicò l'angolo in basso a sinistra.
    Per un po' calò il silenzio nella baracca finchè Luca non disse:
    -Credo che se ci sbrighiamo con la tuta da poliziotti li inganneremo ancora ma dovremo inventarci una scusa per passare...-
    -Giusto, quindi passiamo al 2° piano-
    Giacomo finì la frase e mostrò l'ultimo foglietto.
    -Urca!- esclamò Luca guardando le entrate.

    -Questo è il piano più difficile da superare- spiegò suo fratello.
    -Dove sono le scale? E cos'è il quadrato verde?- chiese Luca
    -Le scale non ci sono- Giacomo guardò il soffitto -il quadrato verde è il quadro- continuò.
    Luca sorrise e disse:
    -Dove arriveremo?-
    Giacomo si stiracchiò e, sempre fissando il soffitto, indicò l'angolo in alto a destra.
    Prima di rispondere, Luca vide che il fratello stava guardando in alto con uno sguardo che sembrava così interessato e decise di dare un' occhiata anche lui, un'occhiata rapida, perché subito si accorse che non c'era nulla di strano.
    -La tuta non servirà più...- disse
    -Esatto, quindi dobbiamo per forza trovare altro modo- disse Giacomo senza perdere di vista neanche un angolo del soffitto
    -Dove hai messo il gas soporifero?- chiese Luca che aveva paura che il fratello iniziasse a considerare più il soffitto di lui
    -Per terra sotto l'armadio- gli rispose subito Giacomo.
    Luca andò a vedere sotto al vecchio mobile e ci trovò una scatola che aprì con curiosità.
    -E' enorme!- osservò vedendo la bomboletta tra cumuli di polistirolo. Giacomo annuì e Luca continuò a parlare:
    -E se la usassimo per far addormentare le guardie?-.
    Sembrava che avesse parlato nella lingua dei marziani perché Giacomo fece la faccia di uno che non aveva capito nulla, anche se il suo sguardo era ancora fisso sul soffitto.
    -Buona idea!- esclamò dopo qualche secondo.
    Luca sorrise orgoglioso e poi disse:
    -Quindi siamo a posto? Bene, torniamo a casa?-.
    Come risposta da Giacomo ricevette un verso simile a un guaito che poi si trasformò in un "Sì" deciso.
    Prima di uscire Luca chiese al fratello:
    -Come hai avuto quelle cartine?-
    Giacomo continuava a fissare il soffitto, ora con lo sguardo di uno che deve lasciare per sempre la persona più cara.
    Appena chiuse la porta gli rispose:
    -Questo è uno dei privilegi di avere una fidanzata poliziotta!- e strizzò l'occhio al fratello dandogli una pacca sulla schiena.








    Quella sera i due fratelli erano già pronti con un lungo cappotto che copriva la tuta da poliziotto usata in una precedente missione.
    -Pronto?- chiese Giacomo
    -Pronto!- disse Luca agitando un pugno in aria.
    Uscirono di casa e si avviarono verso il museo, attaccati l'uno all'altro per ripassare il piano senza farsi sentire.
    Arrivarono alla piazza prima della destinazione e iniziarono a camminare con fare da amici allegri dicendo varie battute ad alta voce.
    Arrivati alla zona di alberi davanti all'entrata superiore si nascosero dietro a un cespuglio e si tolsero il cappotto, poi iniziarono a fare rumore.
    -Vado a vedere cosa c'è- disse un poliziotto guardando i suoi colleghi. Altri tre decisero di andare con lui.
    -Chi c'è?- chiese uno arrivato al cespuglio a destra dell'entrata. Subito sbucarono i due fratelli che tirarono un pugno a tutti i poliziotti facendogli perdere i sensi.
    Poco dopo all'entrata si presentarono due poliziotti con lo sguardo basso.
    -Dove sono gli altri?- chiese una guardia fissandoli.
    -Sono ancora a controllare, hanno visto la banda fratelli- disse Giacomo cercando di imitare la voce di un poliziotto.
    -Grazie, andiamo subito, voi restate di guardia!- continuò la donna.
    -Certo- disse ancora Giacomo.
    Appena i poliziotti si furono allontanati Luca guardò le guardie davanti a loro.
    -Credo che dobbiate andare anche voi- disse ancora Giacomo con la voce del poliziotto.
    Le guardie fecero di sì con la testa e andarono dai loro colleghi al cespuglio.
    Imitando gli altri anche le ultime due guardie si allontanarono e i due fratelli corsero al piano di sopra.
    -Che ci fate qui?- chiese subito una guardia
    -Siamo dei rinforzi per il piano di sopra- disse Giacomo.
    La guardia annuì e li fece passare, così anche gli altri.
    Arrivati al terzo piano Luca prese una bomboletta dalla tasca e spruzzò il contenuto su tutto il piano.
    -Bravo!- gli disse Giacomo mettendo a sé e a lui la maschera anti gas.
    Il fratello gli sorrise ma subito dopo voltò la testa verso le scale.
    -Stanno arrivando!- esclamò correndo verso la stanza al centro.
    Giacomo si affrettò a prendere il quadro.
    -E il sistema di sicurezza?- gli chiese Luca
    -L'ho disattivato- rispose il fratello strizzando un occhio.
    -Troviamoli!- esclamò Bill da davanti le scale
    -Abbiamo compagnia- scherzò Luca
    -Capo, non respiri!- esclamò una guardia sul punto di addormentarsi.
    Ci fu un momento di tosse e sternuti e poi sentirono dei passi avvicinarsi alla stanzetta centrale.
    Luca e Giacomo corsero fuori, saltarono dalla finestra e scapparono, con dei poliziotti alle calcagna che per poco non li afferrarono.
    I due si aggrapparono al ramo di un albero e scapparono atterrando sull'erba.
    La giornata finì con un "Maledizione!!!" urlato dal capo e un quadro riportato a casa.
     
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